L’ANZIANO:

"Peso" o "Opportunità"?

 

L’Italia invecchia ma continua a trascurare l’assistenza sanitaria agli anziani.

A distanza di oltre sei anni dal varo del "progetto obiettivo anziani ‘92-‘94" e a due anni dalla conclusione del "progetto finalizzato invecchiamento" del CNR partito nel ’91 e concluso nel ’98, la stragrande maggioranza dei servizi territoriali previsti dai piani, come alternativa alle degenze ospedaliere, restano solo sulla carta. Con il duplice fallimentare risultato di non fornire agli ultra 65ennni, soprattutto nel Centro Sud, un’assistenza sanitaria adeguata e di far sperperare al S.S.N. (Servizio Sanitario Nazionale) tra i 7 e i 10 mila miliardi come maggiore spesa, per i ricoveri impropri degli anziani. Il progressivo invecchiamento della popolazione anziana, inoltre, sia facendo emergere grossi problemi malgestibili sta dalle famiglie sia dal Welfare State.

Infatti il prolungamento della vita e la comparsa dei "grandi vecchi", i sempre più numerosi ultra 85enni, trascina con se malattie degenerative che possono diventare altamente invalidanti: il morbo di Alzheimer (in Italia se ne stimano attualmente 500 mila casi che si prevede raddoppieranno entro il 2020, mentre nella sola provincia di Roma la malattia coprirebbe ben 50 mila persone), le forme parkinsoniane, le vasculopatie centrali e periferiche ecc., prima presenti in forma limitata, proprio per la bassa percentuale di anziani ultra 65enni.

I problemi degli anziani sono quindi per le famiglie di due ordini di grandezza:

Per questo motivo i diversi Governi di Centro Sinistra o Sinistra Centro che si sono succeduti dal 1979 in poi nei piani sanitari nazionali e nei vari "progetti obiettivi" hanno deciso di istituire, ma fallendo clamorosamente, le R.S.A. (Residenze Sanitarie Assistenziali) in collaborazione con le Regioni e le istituzioni private.

Le R.S.A., strutture a metà strada tra la Casa Albergo e l’ospedale, rimangono, un sogno in molte, troppe Regioni.

Dei 144 mila posti letto a fine ’98 risultavano finanziati dal CIPE poco più di 20 mila posti letto. Cifra che supera di poco i 30 mila grazie anche allo sforzo compiuto da alcune Regioni, (soprattutto la Lombardia) che hanno aggirato le lungaggini burocratiche, che frenano l’erogazione dei finanziamenti statali, attingendo ai propri bilanci.

Appare, pertanto, sempre più inderogabile aprire una riflessione sul nuovo modello di stato sociale che si intende realizzare. È impensabile affidarsi unicamente allo Stato ed al Mercato per tentare di far fronte ai compiti del Welfare, senza fare intervenire in modo attivo il cosiddetto Terzo Settore, espressione della Società civile variamente organizzata, capace di elaborare soluzioni più rispondenti ai numerosi bisogni emergenti.

Non si tratta certo di delegare a questo terzo Polo le funzioni dello Stato ma piuttosto di coinvolgerlo responsabilmente ponendolo in una giusta relazione con lo Stato stesso, che ha inderogabile bisogno di collaborazione in questo settore specifico: l’Italia è, fra tutte le Nazioni sviluppate, quella che ha la più elevata velocità di invecchiamento della propria popolazione.

Infatti, è la prima Nazione in cui il numero degli ultra 65enni ha superato quello dei 0-19enni, e tra poco di 20 anni, se non si avrà una radicale inversione di tendenza delle nascite, il numero degli ultra 65enni supererà quello dei soggetti in età lavorativa (20-60 anni).

Da rilevare che la maggiore velocità di invecchiamento si sta verificando nella fascia di età più anziana; gli ultra 80enni costituiscono attualmente poco più del 3% dell’intera popolazione e nel 2020 raddoppieranno sia come unità (da 1,7 milioni a 3,5 milioni) che come percentuale.

Gli ultra 80enni, come abbiamo già detto, costituiscono la fascia di età maggiormente fragile cioè con maggior rischio di ammalarsi e conseguentemente di ospedalizzazioni, e quindi a loro è imputata la maggior quota di spesa sanitaria.

Secondo l’OMS, due sono gli obiettivi fondamentali per ridurre il carico imposto alla Società da questa rivoluzione demografica:

Per entrambi gli obiettivi è necessario poter disporre di banche dati che permettano analisi di costo-efficacia di confronto intranazionale ed internazionale, dati questi sinora inesistenti in gran parte delle Nazioni sviluppate ed in particolare, in tutte quelle d’Europa.

 

Prof. Michele POERIO

Segretario Nazionale Organizzativo

CIMO-ASMD

Roma-Vicenza, 12/03/2001